Comprendere le differenze attraverso la costruzione di comunità solidali



Presentazione del report di ricerca

Il progetto "Comprendere la differenza attraverso la costruzione di comunità solidali" nasce dalla constatazione che la presenza di immigrati nel nostro Paese aumenta in modo costante e modifica profondamente lo scenario sia in termini demografici che di coesione sociale.

Sulla base dell'esperienza di altri paesi occidentali il rischio di marginalizzazione ed esclusione resta elevato e, soprattutto, cruciale diventerà la "gestione" di queste dinamiche se il cammino rimarrà segnato dalle incomprensioni delle diversità tra gli adolescenti i figli degli immigrati convivono ormai insieme agli adolescenti italiani in moltissime città del nostro paese, frequentano le stesse scuole, parlano la stessa lingua, pur avendo radici culturali, usi e costumi diversi, non c'è però abitudine da ambo le parti, a considerare la diversità un bene da valorizzare e non da rifiutare.

Nel nostro paese, inoltre, convivono generazioni diverse distanti tra loro da una parte i giovani, che hanno scarsa conoscenza delle tradizioni sociali e culturali, dell'ambiente, della storia dei diritti e dei doversi che "regolano" la comunità nella quale vivono; dall'altra abbiamo una popolazione che invecchia e che "memoria vivente" di pezzi di storia, di valori, di tradizioni che hanno contribuito in prima persona a far nascere e consolidare. E' proprio con i giovani italiani ed immigrati che abbiamo voluto sperimentare nuove modalità di dialogo e di relazione interculturale con gli anziani e le loro storie di vita.

Il Progetto ha coinvolto contesti molto distanti e diversificati 'Istituto Superiore "Federigo Enriques" di Castelfiorentino (Firenze) e l'Istituto Professionale "Don Zefirino Jodi", che ha la sua sede centrale a Reggio Emilia e una sede distaccata a Novellara (Reggio Emilia).

Le classi di Castelfiorentino (Toscana) sono inserite in un contesto sociale legato ad un piccolo comune, con una presenza di migranti, anche se percentualmente rilevante, non percepita come disagio e con un buon livello di integrazione, sia scolastica che sociale. Al contrario la classe di Novellara (comune limitrofo di Reggio Emilia) vede una presenza di migranti totale, (nessun alunno italiano), in un contesto sociale dove la popolazione migrante si raggruppa in etnie e non ha quasi nessun rapporto sociale con la popolazione italiana. Altra situazione ancora nella classe di Reggio Emilia, legata ad un contesto sociale sicuramente più diversificato ed aperto, dove i migranti sono ben integrati, senza particolari difficoltà .

Il progetto si è posto come obiettivo di sperimentare nuove forme di dialogo tra anziani e adolescenti italiani e immigrati, tra famiglia di origine ed insegnanti, la costruzione di una comunità che, partendo dagli adolescenti, possa educare alla solidarietà, al senso civico, alla conoscenza e al rispetto reciproco fra culture, di nuovo modello di solidarietà che favorisca l'inclusione degli immigrati e la costruzione di relazioni sociali, che valorizzi le potenzialità di ciascun individuo riducendo i rischi di emarginazione ed esclusione sociale, che contribuisca a livello territoriale alla diminuzione di pratiche di discriminazione o disuguaglianza, eliminando gli stereotipi negativi attualmente percepibili nelle rappresentazioni collettive.

Il progetto ha voluto facilitare la diffusione di stili di pensiero e codici di buone prassi che riconoscano nella diversità una risorsa e non un ostacolo, valorizzare le capacità ed esperienze delle persone anziane e sperimentare nuove modalità di dialogo e di relazioni interculturali con gli adolescenti stranieri, che risulteranno utili per la loro integrazione nel Paese in cui ora vivono.

L'indagine, i cui risultati sono esposti nel presente volume,ha rappresentato la base conoscitiva, a partire dalla quale è stato impostato il percorso di ricerca/azione successivo. Grazie ai risultati emersi si è potuto realizzare un processo di scambio e di conoscenza delle diverse culture, aperto e spontaneo, dove la storia, la memoria e i ricordi degli anziani sono serviti a far conoscere ai ragazzi una " diversa" narrazione. In questo senso l'apprendimento è stato concepito come processo costruttivo, un apprendere ad apprendere, che si è realizzato in modo efficace poiché ciò che deve essere appreso è rilevante e significativo per chi apprende e chi apprende è attivamente impegnato nella creazione della sua conoscenza.

L'apprendimento è avvenuto pertanto in un ambiente meno istituzionale in grado promuovere relazioni interpersonali e interazioni, emozioni e condivisioni; nel quale ognuno si è sentito riconosciuto e valorizzato per le competenze ed esperienze messe in gioco all'interno di un lavoro di gruppo favorevole e facilitante.

Il Progetto ha avuto anche il merito di rappresentare un importante momento e un'utile palestra di integrazione tra Istituzioni (Scuola, Università e Enti Locali), Terzo Settore (ADA Emilia Romagna - Associazione Diritti Anziani) e soggetti partecipanti al Progetto: alunni, famiglie e insegnanti. Auspichiamo che il percorso iniziato possa essere consolidato ed ampliato e che i risultati conoscitivi ed esperienziali maturati si possano informare future politiche territoriali e scolastiche, anche attraverso la diffusione di buone prassi.

Si ringraziano:

- il Gruppo di ricerca della prof.ssa Rita Biancheri (coordinatrice), le Dott.sse Silvia Cervia e Linda Porciani UNIVERSITA' DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI,

- i Presidi e i Docenti degli Istituti "F.Enriques" di Castelfiorentino(FI) e "Don Zeferino Jodi" di Reggio Emilia e Novellara(RE),

- i volontari dell'Associazione ADA Emilia Romagna,

- i Trainers dell'Associazione CIAF di Castelfiorentino (FI).

Francesca Specchia

Presidente Associazione ADA Emilia-Romagna




L'esperienza vissuta dagli studenti e dai volontari dell'A.D.A. Emilia Romagna, il loro percorso formativo, le varie tappe di avvicinamento alla realizzazione del progetto,le loro impressioni finali, la giornata vissuta in comune nel Parco di Monte Sole a Marzabotto (BO), sono state fissate in un video.

La professionalità con il quale è stato realizzato sintetizza fedelmente il lavoro svolto da tutti i soggetti coinvolti nel progetto.





 

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